Patate e diarrea: benefici, come mangiarle e controindicazioni
Si possono mangiare le patate quando si ha la diarrea, oppure possono peggiorare la situazione?
Le patate come rimedio contro la diarrea
Le patate sono forse uno dei più noti rimedi quando si ha la diarrea o altri disturbi a carico di intestino e stomaco. Quando si ha la diarrea le patate possono in effetti essere un valido aiuto per ripristinare la funzionalità intestinale e tornare ad andare di corpo in modo regolare.
Generalmente la diarrea è un sintomo di un’infezione intestinale, molto spesso provocata da batteri ingeriti attraverso alimenti non lavati perfettamente o per il contatto delle mani con la bocca. In alcuni casi la diarrea viene scatenata da virus che attaccano l’apparato gastrointestinale oppure è una conseguenza di allergie e intolleranze alimentari.
Di norma, la diarrea si risolve in uno o due giorni ma, se perdura più a lungo o se le scariche sono molto frequenti, c’è il rischio di perdere troppa acqua e minerali e andare incontro a disidratazione.
Mangiare patate quando si ha la diarrea può essere d’aiuto non solo perché le patate sono molto facilmente digeribili ma anche perché l’amido contenuto nelle patate è in grado di trattenere acqua, aumentando la consistenza delle feci anche in caso di diarrea.
In più, le patate sono ricche di potassio, un minerale ed elettrolita che il corpo perde in quantità elevate durante gli attacchi di diarrea. Una patata di dimensioni medie contiene più d 900 milligrammi di potassio, che corrisponde al 30% circa del fabbisogno di questo minerale.
Consumare patate e altri alimenti ricchi di amido e potassio e idratarsi attraverso acque e tisane può aiutare a mantenere gli elettroliti in equilibrio e prevenire la disidratazione durante la diarrea.
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Le patate possono causare diarrea?
In rari casi la diarrea può essere un effetto collaterale legato al consumo di patate: questo succede quando si è allergici o intolleranti alle patate oppure in seguito a un consumo eccessivo di fibre. Se la diarrea compare ogni volta che si mangiano patate, magari accompagnata a nausea e orticaria, è probabile che vi sia un’allergia.
Quando invece si riescono a mangiare piccole quantità di patate senza accusare disturbi, ma compaiono disagi gastrointestinali se si esagera con le porzioni di patate, potrebbe trattarsi di un’intolleranza.
Se si soffre spesso di diarrea e gonfiore addominale bisognerebbe analizzare con cura le proprie abitudini alimentari. La diarrea potrebbe essere scatenata anche da un eccessivo consumo di fibre presenti in tutti i vegetali. Se si mangia troppa verdura o si consumano spesso patate con la buccia, si potrebbe eccedere con la fibra. Il fabbisogno giornaliero di fibre per le persone adulte è di circa 25 grammi ed è difficile consumare quantità molto più alte rispetto a quelle consigliate.
Se si supera di molto questa quantità possono presentarsi sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale e si corre il rischio di incorrere in carenze nutrizionali perché la fibra in eccesso interferisce con l’assorbimento di alcuni sali minerali importanti come calcio, zinco, ferro.
Consumare troppe fibre è comunque un’eventualità rara e bisognerebbe assumere circa 70 grammi di fibre al giorno per avere disturbi digestivi e sintomi come crampi addominali, eccesso di gas e diarrea.
In conclusione, quando si ha la diarrea mangiare patate apporta sicuramente benefici, a meno che non si sia allergici o intolleranti a questi tuberi. Molto raramente, dietro la diarrea può esserci un consumo eccessivo di alimenti vegetali che forniscono fibre alimentari.
Come mangiare le patate se si ha la diarrea
Quando si ha la diarrea, come abbiamo visto, le patate possono aiutare a stare meglio. Mangiare patatine fritte però non è una buona idea: meglio cucinare le patate in modo più sano e leggero.
In caso di diarrea vanno benissimo le patate lesse o bollite, anche cotte a vapore o al microonde. Normalmente si consiglia di cuocere e consumare le patate con la buccia, poiché pelando le patate prima di cucinarle si perderebbero parte dei nutrienti contenuti nella polpa e perché la polpa stessa è ricca di sostanze benefiche. Questo consiglio non va seguito se si ha la diarrea, perché la buccia delle patate è ricca di fibre: si possono cuocere le patate con la buccia per preservare i nutrienti ma è meglio pelare le patate prima del consumo.
Le patate lesse, a vapore o cotte nel microonde possono essere mangiate intere, tagliate a rondelle o a tocchetti, condite con un filo d’olio e sale: in questo caso si useranno patate a polpa soda, come le patate gialle.
Se invece si cucinano le patate bollite per preparare il purea, si può optare per le patate bianche, più morbide o farinose. Il purè di patate si può consumare quando si ha la diarrea, purché non si esageri con i condimenti. Meglio non utilizzare formaggio, burro o latte nella preparazione del purè e limitarsi a condire le patate schiacciate con olio extravergine di oliva e un pizzico di sale.
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Altri alimenti da mangiare in caso di diarrea
Le patate non sono l’unico alimento che può essere d’aiuto in caso di diarrea. Per ripristinare il benessere dell’intestino si possono consumare anche le banane, il riso, le mele e il pane tostato.
Si tratta di alimenti poveri di fibre, ricchi di amido e potassio, che aiutano a rendere le feci più consistenti e di conseguenza favorire la guarigione, prevenendo anche la disidratazione che può verificarsi quando si ha la diarrea.
Insieme a questi alimenti bisogna ricordarsi di bere molta acqua, tisane o brodi, sempre per ripristinare le risorse idriche perse. Un aiuto in più può arrivare anche dall’assunzione di probiotici, attraverso appositi integratori o grazie ad alimenti che contengono naturalmente fermenti vivi come lo yogurt e il kefir, purché contengano poco zucchero.
ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel presente articolo hanno esclusivamente scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.