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Quando e come concimare le patate - Il Blog di Selenella

Quando e come concimare le patate

Quando si coltivano le patate è importante concimare il terreno per assicurarsi un buon raccolto. Vediamo come e quando effettuare la concimazione delle patate

Quando concimare le patate

La concimazione delle patate è importante perché la pianta cresca bene e sia in grado di difendersi al meglio dalle minacce esterne.

Le patate necessitano di un terreno ricco per poter crescere bene: normalmente, quando le patate sono coltivate nell’orto o comunque in piena terra, il terreno viene concimato già prima di procedere con la semina dei tuberi. Nella coltivazione delle patate occorre dunque preparare il terreno e, successivamente, sistemare i tuberi.

La concimazione delle patate deve poi proseguire durante tutto lo sviluppo della pianta, così che abbia sempre a disposizione potassio, azoto, magnesio e altri sali minerali indispensabili per la sua crescita.

Ribadiamo che la concimazione delle patate va effettuata quando le piante sono coltivate nell’orto o in campo e, a maggior ragione, se vengono coltivate in vaso. In questo modo le patate avranno a disposizione i nutrienti indispensabili per crescere e difendersi meglio da malattie, parassiti e stress, garantendo un buon raccolto.

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Quando concimare le patate

Perché concimare le patate

Le patate, come tutte le piante, non hanno bisogno solo di luce e acqua per crescere, ma anche di nutrienti indispensabili per il loro sviluppo. Per i vegetali, i nutrienti sono costituti da sali minerali o da sostanza organica da cui poi la pianta ricava sali minerali. Tali nutrienti vengono poi utilizzati dalla pianta per il proprio metabolismo oppure stoccati in organi di riserva o, ancora, impiegati per costruire la struttura stessa della pianta.

Il potassio, ad esempio, è coinvolto nella produzione di enzimi che agiscono nelle reazioni della fotosintesi ed è importante per la respirazione e per la sintesi di amido, nutriente molto rappresentato nei tuberi della patata. Buone quantità di potassio stimolano lo sviluppo di radici e tuberi, mentre una carenza di questo minerale può determinare la perdita delle foglie nuove, portare le foglie più vecchie ad accartocciarsi su loro stesse e provocare la caduta dei frutti prima della maturazione.

L’azoto è invece essenziale per produrre proteine e far crescere steli e foglie. La carenza di azoto provoca l’ingiallimento di tutte le parti verdi della pianta e può causare un deficit di altri minerali, tra cui potassio e fosforo. Quest’ultimo è indispensabile per ottenere energia, sintetizzare DNA e fosfolipidi e consente lo sviluppo di fiori e frutti. Piante che perdono le foglie o presentano colorazioni rossastre sulle foglie, potrebbero avere carenza di fosforo.

Infine il magnesio e il ferro sono essenziali per la sintesi della clorofilla, il principale pigmento che consente la fotosintesi.

Come fanno le patate, e le piante in generale, a ottenere questi minerali indispensabili per la loro crescita? I sali minerali si trovano disciolti nell’acqua presente nel terreno e nel suolo stesso, rilasciati dalla materia organica mentre si degrada. Al di sotto del terreno, le piante sviluppano radici ricoperte di peli radicali, che servono a rifornire acqua e sali minerali presenti nell’acqua e nel suolo. Una piccola parte dell’acqua assorbita è usata nelle reazioni della fotosintesi, mentre la restante parte serve a trasportare nutrienti ai vari tessuti vegetali.

Altre funzioni delle radici sono poi quelle di sostenere e ancorare la pianta al terreno e di accumulare sotto forma di carboidrati, parte delle sostanze prodotte grazie alla fotosintesi come avviene per l’amido delle patate.

Le piante che troviamo in natura sono autosufficienti nel reperire acqua e nutrienti, perché competono tra di loro per acqua, nutrienti e luce e raggiungono un loro equilibrio: le piante più competitive sopravvivono prendendo spazio a quelle che lo sono meno.

La stessa cosa non si può dire per le piante coltivate, dove l’essere umano modifica l’equilibrio naturale. Quando coltiviamo, infatti, abbiamo diverse piante con esigenze simili in una porzione di terreno abbastanza limitata, dunque spetta a noi fornire alle piante un concime adatto. Questo vale a maggior di più se coltiviamo in vaso, dove i limiti per la pianta sono ancora maggiori.

Le patate coltivate hanno dunque bisogno del nostro aiuto per poter crescere forti e sane e produrre i gustosi tuberi protagonisti delle nostre tavole.

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Quale concime si usa per le patate

I concimi che si trovano in commercio e usati in agricoltura e nell’orto, si suddividono in concimi organici e inorganici.

I concimi organici derivano da organismi viventi animali o vegetali, dunque possono essere di origine animale o vegetale. Si ritiene che tali concimi siano sostenibili e rispettosi dell’ambiente poiché si ottengono da sottoprodotti degli allevamenti o dalla trasformazione di scarti alimentari, dunque consentono di trasformare un rifiuto in una risorsa.

I principali concimi organici di origine animale sono il letame e la pollina; il primo viene chiamato anche stallatico se è di equino, mentre la pollina è costituita dagli escrementi di volatili.

Tra i fertilizzanti organici vegetali troviamo invece la torba, il compost, le alghe e alcuni macerati come quello di ortica. La torba è data dalla degradazione di organismi vegetali in ambiente naturale e si utilizza per migliorare la qualità del suolo; il compost è invece dato dalla degradazione di materiale organico e si può ottenere anche dalla biodegradazione degli scarti alimentari.

Le alghe e i macerati forniscono amminoacidi, carboidrati, sali minerali che aumentano la forza e la resistenza delle piante. Tra i macerati, quello di ortica è probabilmente il più noto tra gli appassionati di orto e giardino: si realizza lasciando macerare in acqua le foglie e gli steli di ortica per circa un mese. Il macerato viene poi usato diluito come fertilizzante naturale e per difendere la pianta da insetti, parassiti e malattie.

Per quanto riguarda i fertilizzanti inorganici, questi sono realizzati con sali minerali di sintesi e sono disponibili liquidi o in polvere. Si tratta di prodotti semplici da reperire e utilizzare, poco costosi, ma risultano maggiormente inquinanti rispetto ai concimi organici.

Le patate vengono concimate in genere con fertilizzanti organici naturali, dunque con compost. Una prima concimazione si effettua per preparare il terreno; in genere il terreno viene preparato già in autunno ma, se ciò non fosse possibile, lo si può concimare poco prima della prima della messa a dimora dei tuberi, operazione che viene fatta tra febbraio e aprile o comunque quando le temperature medie si assestano attorno ai 10°C.

La concimazione con compost, letame o humus di lombrico maturi apportano nutrienti alla terra e agli organismi che vi abitano e migliorano notevolmente la struttura del terreno. Concimare, infatti, consente anche di rendere il terreno soffice, facilitando la crescita delle patate.

Una volta messe a dimora le patate si aggiunge concime organico; dopo aver piantato le patate si continua a concimare durante lo sviluppo della pianta per assicurare una raccolta di tuberi saporiti e di grandi dimensioni.

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Quale concime per le patate

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