Radici commestibili: quali sono, benefici e uso in cucina
Quali sono le principali radici commestibili da utilizzare in cucina e quali proprietà hanno per il nostro benessere? Scopriamolo insieme
Radici commestibili, tuberi o bulbi?
Le radici commestibili che portiamo a tavola sono davvero numerose e, sebbene tutte abbiano qualcosa in comune, ognuna si differenzia per proprietà, benefici e utilizzi.
Quando parliamo di radici commestibili, la prima a venire in mente è probabilmente la patata, anche se in realtà non si tratta propriamente di una radice. Le patate sono infatti tuberi, cioè porzioni del fusto della pianta modificate e che fungono da riserva di nutrienti per la pianta.
Diverso è invece il discorso per le carote, che sono a tutti gli effetti radici, quindi organi che servono a offrire sostegno alla pianta e a garantire l’assorbimento di acqua e sali minerali dal terreno.
Oltre ai tuberi e alle radici commestibili troviamo poi i bulbi, come le cipolle. I bulbi non sono radici ma fusti sotterranei molto corti e avvolti da foglie trasformate, più o meno carnose, che hanno funzione protettiva e di riserva.
Le differenze tra radici commestibili, tuberi e bulbi non è solo botanica ma anche nutrizionale. I tuberi come le patate sono ad esempio generalmente più ricchi di amido, mentre bulbi e radici contengono di solito quantità maggiori di zuccheri, vitamine e sali minerali.
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I benefici delle radici commestibili
L’uomo si ciba da sempre di radici commestibili che, già in tempi molto antichi, riusciva a reperire in natura. Ogni radice commestibile ha ovviamente le sue peculiarità e apporta benefici diversi: ad esempio, le radici amare come quelle di cicoria e tarassaco stimolano l’attività del fegato, mentre quelle piccanti come il rafano e lo zenzero aiutano a digerire meglio. Le radici colorate, invece, come la curcuma e le carote arancioni e gialle, sono particolarmente ricche di pigmenti dall’azione antiossidante.
Per trattare in modo generale i benefici delle radici commestibili, prendiamo ad esempio la carota. Le radici di carote apportano circa 40 calorie ogni cento grammi, fornite soprattutto da carboidrati (circa l’80%) e a seguire proteine (13-15%) e infine grassi, che rappresentano al massimo solo il 5% dell’energia.
Le carote contengono quasi il 90% di acqua, dunque sono un alimento idratante e diuretico, che può aiutare a prevenire disidratazione, secchezza della pelle e delle mucose e a contrastare ritenzione idrica e cellulite.
All’interno dell’acqua presente nelle carote troviamo dispersi numerosi sali minerali e vitamine idrosolubili. Per quanto riguarda i minerali, nelle carote sono presenti potassio, fosforo, sodio, calcio, magnesio, manganese, ma anche ferro e zinco. Nelle carote Selenella, a questi sali minerali si aggiunge anche il selenio. Tra le vitamine idrosolubili presenti nelle carote abbiamo invece vitamina C e vitamine del gruppo B, incluso acido folico.
Nella piccola percentuale di grassi fornita dalle carote, sono presenti i composti liposolubili che includono la vitamina E, la vitamina K e il carotene, precursore della vitamina A, molecole indispensabili per importanti funzioni del nostro corpo.
La quota di carboidrati delle carote offre invece zuccheri e fibre: i primi forniscono energia, mentre le seconde aumentano il senso di sazietà, favoriscono la funzionalità intestinale e la salute della flora batterica dell’intestino e modulano l’assorbimento di grassi e zuccheri.
A differenza di altre radici commestibili, le carote hanno un sapore abbastanza neutro quindi risultano versatili e si prestano a numerose ricette. Possiamo dunque dire che le carote sono un esempio di radice commestibile da inserire nel proprio regime alimentare per fare il pieno di nutrienti e sostanze benefiche e per portare colore e creatività in cucina. Oltre alle carote, esistono comunque diverse altre radici commestibili che possono essere inserite nell’alimentazione quotidiana.
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Uso in cucina delle radici commestibili
Di seguito un elenco delle principali radici commestibili – molte delle quali botanicamente classificate come radici tuberizzate – che si possono trovare in commercio e che vengono utilizzate in cucina o a scopi curativi e terapeutici.
- Radice di tarassaco, utilizzata in cucina e a scopo curativo e per preparare una bevanda succedanea al caffè;
- Radice di cicoria, usata allo stesso modo della radice di tarassaco;
- Radice di barbabietola, dal colore rosso intenso e ricca di antiossidanti, utilizzata in cucina e per la preparazione di succhi, estratti e centrifugati;
- Radice di topinambur, si cucina in modo simile alle patate ma ha un sapore decisamente diverso che ricorda quello dei carciofi;
- Radice di pastinaca, simile alla carota bianca ma con gusto che ricorda quello delle patate, è usata in cucina e a scopo curativo per le proprietà diuretiche e sazianti;
- Radice di daikon o ravanello bianco, molto utilizzata nella cucina orientale come ortaggio o insaporitore;
- Radice di rafano, dal sapore balsamico e piccante, è usata principalmente nelle salse come la salsa cren, e come rimedio naturale diuretico e digestivo;
- Radice di wasabi, dal gusto piccante e intenso, usata soprattutto per preparare l’omonima salsa, molto diffusa nella cucina giapponese;
- Radice di zenzero, nota come rimedio naturale digestivo, antinfiammatorio e immunostimolante, ha un sapore acre e piccante e si presta bene a insaporire succhi, centrifughe, tisane, ma anche piatti di verdura, carni e pesce;
- Radice di curcuma, intensamente colorata di arancio e dal gusto delicato, è ottima da utilizzare come spezia in cucina per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
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