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Sostenibilità etica e agricoltura sostenibile: cosa significa parlarne oggi? - Il Blog di Selenella

Sostenibilità etica e agricoltura sostenibile: cosa significa parlarne oggi?

Il rapporto tra uomo e Natura è tanto stretto quanto fragile e delicato, oggi più che mai. Questo il motivo per cui sempre più spesso sentiamo parlare di agricoltura sostenibile, un’agricoltura cioè che interpreta questo rapporto rispettando sempre principi etici, ambientali e economici, purtroppo ancora distanti da quelli tuttora dominanti nel settore agroalimentare.

 

Agricoltura sostenibile: proviamo a dare una definizione

Ad oggi non esiste un modello preciso che possiamo prendere come riferimento per delineare una definizione univoca di “agricoltura sostenibile”. Possiamo però parlare di tecniche e di pratiche che soddisfano i criteri di sostenibilità: è attraverso questi che si può fare un’agricoltura eco-compatibile.

Dal punto di vista ambientale, si parla di agricoltura sostenibile quando asseconda e accompagna processi e ritmi della Natura, preserva le risorse necessarie a sostenere la produzione alimentare, non fa uso di sostanze chimiche dannose per la salute del Pianeta e rispetta la biodiversità.

Dal punto di vista etico e sociale, un’agricoltura sostenibile tende al miglioramento della qualità della vita degli agricoltori, dei consumatori e della società tutta. Senza mirare soltanto a soddisfarne il bisogno alimentare.

Dal punto di vista economico, l’agricoltura è sostenibile quando dà il via a dinamiche produttive e commerciali eque e solidali, tutelando il lavoratore e riconoscendogli un giusto reddito.

 

Passare dalle parole alle azioni: gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile

Possiamo riassumere gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile individuandone tre in modo particolare:

 

  • Rispettare e conservare le risorse idriche e naturali (acqua, suolo e biodiversità), tutelando anche la salute dei consumatori.
  • Attuare politiche di welfare che proteggono la società e producono beni alimentari per tutti.
  • Dare vita ad un vantaggio economico per agricoltori e operatori che partecipano ai processi agroalimentari.

Come attuare questi obiettivi? Riducendo o eliminando l’uso di sostanze chimiche pericolose, come insetticidi, pesticidi, diserbanti e concimi di sintesi; adottando la rotazione colturale per preservare la fertilità del suolo e rispettare la stagionalità di frutta e verdura; producendo ortaggi che fanno bene all’ambiente in cui crescono e alle persone che li consumano, in quanto più gustosi, sani e naturali.

 

I 5 principi dell’agricoltura sostenibile

Per aiutarti a comprendere l’importanza di unire sostenibilità e attività agricola, vediamo insieme i 5 principi dell’agricoltura sostenibile, così come li definisce la FAO (Food and Agricolture Organization):

 

  • Aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari, garantendo la produzione degli alimenti necessari e riducendo allo stesso tempo l’impiego di acqua e energia.
  • Non solo proteggere, ma anche migliorare le risorse alimentari, favorendo la conservazione dell’ambiente, riducendo l’inquinamento delle falde acquifere, il deterioramento e il consumo dei suoli e la distruzione degli habitat.
  • Favorire una crescita economica inclusiva.
  • Accrescere la resilienza di individui, società e ecosistemi, minimizzando l’impatto del cambiamento climatico e della variabilità dei prezzi di mercato.
  • Adattare la governance a nuove sfide, garantendo una parità tra settore pubblico e privato e generando equità e trasparenza.

 

Innovazione tecnologica e agricoltura 4.0

Anche l’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale nella strada verso la sostenibilità. Esiste infatti una nuova frontiera che viene chiamata agricoltura smart o agricoltura 4.0. Di cosa si tratta?

La risposta è molto semplice: consiste nell’applicare al settore agroalimentare le innovazioni dell’industria 4.0, ovvero digitalizzazione, geolocalizzazione e connessione in rete.

Questi preziosi strumenti sono già utilizzati nell’agricoltura di precisione, ovvero quel particolare tipo di agricoltura che misura e adatta le sostanze da usare a seconda delle caratteristiche dei singoli terreni, monitorando in tempo reale le condizioni metereologiche. In questo modo è possibile ottimizzare le produzioni riducendo gli sprechi e l’impatto sul pianeta.

Il panorama italiano

L’Italia svolge da sempre un ruolo di rilievo quando si parla di agricoltura sostenibile. Basti pensare che già più di 20 anni fa, nel 1998, il WWF aveva lanciato la pionieristica “Campagna per la Campagna”. Un’iniziativa capace di unire all’attività sul campo progetti educativi, di formazione e di comunicazione, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esigenza di una svolta nella gestione dell’agricoltura.

Prendendo poi a riferimento il recente rapporto Symbola Coldiretti (2017) sulla Green Economy, quella italiana è l’agricoltura più green d’Europa. Vediamo insieme perché:

 

  • Innanzitutto, siamo l’unico Paese a poter vantare ben 296 indicazioni geografiche riconosciute a livello comunitario per i prodotti alimentari, 37 per i liquori e 526 per i vini.
  • L’Italia è ai vertici mondiali per la sicurezza alimentare, poiché abbiamo il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
  • Abbiamo un sistema certificato da un ente pubblico di produzione integrata, con standard maggiormente restrittivi rispetto a quelli previsti dalla difesa integrata obbligatoria.
  • L’Italia è il secondo Paese nell’Unione Europea per superficie agricola investita nella coltivazione di prodotti biologici.

Scopri di più sulle certificazioni alimentari.

LEGGI ANCHE: Agricoltura 4.0 in Italia, a che punto siamo

Alcuni esempi di agricoltura 4.0, rinnovabile e circolare

Il nostro Paese è all’avanguardia anche per quanto riguarda quella che abbiamo definito, poco sopra, agricoltura 4.0.

L’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) ha investito sull’innovazione tecnologica per la gestione sostenibile dell’acqua, che da sempre è un tema cruciale per l’agricoltura e oggi ancora di più, a causa dei periodi di siccità dovuti ai cambiamenti climatici.

Un esempio? Il sistema di irrigazione Irriframe, che si basa su un software progettato in Italia, valuta diversi parametri per inviare all’agricoltore – direttamente su computer o smartphone – tutte le informazioni necessarie su come, quanto e quando irrigare le colture. Questo sistema determina dei vantaggi reali non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma permette una consistente riduzione dei consumi idrici (e quindi dei costi) e una maggiore competitività sul mercato.

Sono nate, poi, alcune interessanti iniziative creative in ottica di economia circolare, come quella ideata dall’azienda agricola Chiesa Virginio di Mantova. L’azienda ha realizzato un impianto per estrarre dalle bucce di pomodoro una bioresina naturale, con cui fabbricare vernice per recipienti di latta e smalto per unghie.

Un progetto simile è quello ideato da “Melovita”: un gruppo di giovani agricoltori veneti ha pensato di valorizzare gli scarti del melograno. Dalle sue bucce, infatti, si estrae l’acido ellagico, un antiossidante molto potente e quindi perfetto per alcuni prodotti cosmetici e farmaceutici. Ma non finisce qui: dagli scarti ulteriori possiamo ottenere biopolimeri per la produzione di bioplastica, che i coltivatori stessi utilizzano per il packaging dei propri prodotti. Un esempio perfetto, insomma, di economia circolare.

Per chiudere la nostra carrellata sui progetti italiani legati all’agricoltura sostenibile, non possiamo non citare gli “agri-gioielli” di Pasqualina Tripodi (Pasly), tutti realizzati con materiali provenienti dall’azienda agricola: noccioli d’oliva, rametti, bacche, cera d’api e rame di scarto. Insomma, due eccellenze italiane – agricoltura e design – si incontrano in nome della sostenibilità.

L’impegno di Selenella: sostenibilità ambientale, sociale e economica

La coltura della patata Selenella è virtuosa in termini di sostenibilità ambientale perché richiede un basso consumo di suolo per calorie prodotte, uno scarso utilizzo delle risorse idriche e una ridotta impronta carbonica, ovvero limitate emissioni di CO2 e gas serra nell’atmosfera.

Scopri di più sulla sostenibilità di Selenella.

Anche a livello domestico, la patata limita gli sprechi in cucina dal momento che si conserva a lungo e che i suoi scarti – in particolare le bucce – possono essere riutilizzati nel giardinaggio e persino per produrre energia da biomasse.

Inoltre, il disciplinare di produzione del Consorzio Patata italiana di qualità prevede l’utilizzo di sole tecniche di Produzione Integrata, che limitano al minimo il ricorso a prodotti chimici di sintesi, come fertilizzanti e antiparassitari.

Selenella utilizza tecniche di irrigazione a basso consumo, impianti ad alta efficienza e previsioni meteo geolocalizzate, che consentono una corretta e mirata gestione dell’acqua.

Infine, il Consorzio Patata italiana di qualità si impegna da sempre per garantire la sostenibilità economica della filiera. Perché un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico ed etico non può che riflettersi in una produzione di alta qualità.

 

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