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Le patate fanno i frutti? - Il Blog di Selenella

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Le patate fanno i frutti?

Quando pensiamo alle patate, ci vengono immediatamente in mente i tuberi che utilizziamo in cucina, ma la pianta di patate fa anche i frutti? E, se si, perché i frutti di patata non finiscono nel carrello della spesa? Scopriamolo insieme.

I frutti delle patate

La pianta delle patate, il cui nome scientifico è Solanum tuberosum, appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa in cui sono inclusi pomodori, melanzane e peperoni. Essendo una Solanacea, la patata condivide caratteristiche botaniche con piante alimentari come quelle già citate e con piante ornamentali e non, come la petunia e il tabacco.

Si tratta di una pianta erbacea perenne originaria del Sud America, dove viene coltivata da millenni per il suo prezioso tubero. Durante la fioritura, la patata sviluppa dei fiori dai colori delicati – bianchi, lilla o violetto – che sbocciano nella parte aerea della pianta.

Dopo l’impollinazione, dal fiore della patata può formarsi un frutto, che è una piccola bacca rotonda, contenente diversi semi, simile a un pomodorino verde. Nonostante la somiglianza con frutti commestibili, quelli della patata sono potenzialmente tossici e non hanno alcun uso in cucina. Vediamo come mai i frutti delle patate non vengono utilizzati a scopo alimentare.

Fiore patate

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Perché non mangiamo i frutti delle patate

I frutti della patata non si trovano mai in cucina perché contengono una sostanza tossica: la solanina, un alcaloide naturale prodotto dalla pianta a scopo difensivo nei confronti di insetti, batteri e funghi. La solanina è presente in quantità elevate proprio nei frutti e in altre parti verdi della pianta, ed è tossica per l’uomo anche in piccole dosi. Può causare sintomi come nausea, vomito, crampi addominali e, in casi gravi, disturbi neurologici.

La patata non è l’unica pianta che produce sostanze tossiche. Molte altre sue “cugine” appartenenti della stessa famiglia, le Solanaceae, producono alcaloidi. Alcuni esempi ben noti sono l’atropina e la scopolamina, presenti nella belladonna (Atropa belladonna) e nella mandragora (Mandragora officinarum), entrambe piante storicamente utilizzate per i loro effetti psicotropi e velenosi. Il tabacco produce invece nicotina, un altro alcaloide tossico noto per la sua capacità di dare dipendenza, mentre la datura è tristemente famosa per i suoi potenti effetti allucinogeni.

Insomma, le Solanaceae sono una famiglia botanica affascinante e ambivalente, poiché ci regalano verdure preziose, ma nascondono anche insidie. È per questo che si mangiano solo alcune parti selezionate delle piante, come i frutti maturi del pomodoro, dove la solanina è quasi assente, o i tuberi della patata ,che contengono solanina solo in particolari condizioni.

I frutti della patata, per quanto somiglino a dei piccoli pomodori immaturi, non possono quindi essere consumati per via dell’elevato contenuto di solanina, che è presente nei frutti ma anche nelle foglie della pianta e, in alcune situazioni, può trovarsi anche nei tuberi.

Leggi anche: Quando le patate diventano tossiche?

Frutti della pianta di patata

Toibkk/Shutterstock

I tuberi delle patate

Ciò che mangiamo della patata non è un frutto ma un tubero, cioè una porzione ingrossata del fusto sotterraneo della pianta. Il tubero serve alla pianta come riserva di energia, che viene stoccato al suo interno sotto forma di amido, che per noi rappresenta un’ottima fonte di carboidrati complessi.

Oltre ai carboidrati, il tubero della patata contiene acqua, sali minerali e vitamine, che contribuiscono a renderlo un alimento nutriente. I tuberi della patata, grazie alle loro caratteristiche nutrizionali, alla versatilità in cucina e al basso costo, è uno dei più consumati, ma sono diversi i vegetali che producono tuberi commestibili. Tra questi troviamo il topinambur, la manioca, la batata o patata dolce, che vengono utilizzate in svariate cucine del mondo.

I tuberi delle patate contengono quantità trascurabili di solanina quando sono maturi e ben conservati. Il contenuto di solanina può aumentare nei tuberi di patata se questi vengono esposti alla luce, diventano verdi o iniziano a germogliare. Anche quando le patate germogliano, però, è estremamente improbabile che la concentrazione di solanina raggiunga livelli tali da provocare effetti collaterali. Nonostante questo, per precauzione è bene conservare i tuberi in modo corretto

Per evitare che le patate diventino verdi e germoglino e che la concentrazione di solanina nelle aumenti, i tuberi vanno conservati al buio, in un luogo fresco e asciutto: si possono ad esempio conservare a temperatura ambiente in una cantina non umida o in ambienti freschi della casa, magari riponendole in un sacchetto di carta oppure in una cassetta ricoperta con un canovaccio. Durante la conservazione, si consiglia di controllare lo stato dei tuberi scartando quelli rovinati o germogliati e, prima di cucinare le patate, rimuovere eventuali parti verdi o germogli prima della cottura.

Leggi anche: Come conservare correttamente le patate

Icona patata cuoca

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