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Consorzio agrario, cos’è e come funziona - Il Blog di Selenella

Dejan Dundjerski/Shutterstock

Consorzio agrario, cos’è e come funziona

Un consorzio agrario è un’associazione di aziende che si uniscono per perseguire interessi comuni, aumentare la propria competitività e poter offrire prodotti di qualità. Vediamo come funziona un consorzio, quali sono i vantaggi e qual è la missione del Consorzio Selenella.

Cos’è e come funziona un consorzio

Un consorzio agrario è una realtà composta da un gruppo di agricoltori che si associano tra loro per supportarsi tra loro e promuovere interessi economici comuni. Il tipo di associazione costituita da un consorzio agrario è generalmente la società cooperativa tra imprese che operano su un determinato territorio o in un settore specifico.

L’obiettivo di un consorzio agrario è la collaborazione tra le aziende che ne fanno parte, così da poter condividere esperienze e strategie e sostenersi anche a livello economico.

I consorzi in Italia sono normati dal codice civile che ne definisce le tipologie, le regole per costituire un consorzio e tutto ciò che riguarda gli aspetti fiscali e tributari di questo tipo di associazione.

Per costituire un consorzio agrario, gli associati devono scegliere innanzitutto la tipologia di consorzio cui aderire, redigere uno statuto e depositare l’atto di costituzione presso il Registro delle Imprese.

Il consorzio creerà poi un fondo costituito con i contribuiti degli associati, che devono quindi versare una quota per poter aderire, e nominerà i propri amministratori e rappresentanti che potranno essere scelti tra gli associati o essere esterni al consorzio. Generalmente gli organi di un consorzio includono l’assemblea, il Consiglio direttivo o di amministrazione e il Collegio Sindacale che operano nella gestione e nell’amministrazione del Consorzio. Durante la propria attività il Consorzio dovrà provvedere all’adempimento degli obblighi fiscali e contribuitivi.

I consorzi hanno una durata di dieci anni, a meno che chi vi aderisce non stabilisca una durata differente.

Come funziona un consorzio agrario

I vantaggi di un consorzio

Nel settore agricolo aderire a un consorzio può avere numerosi vantaggi. Il settore agricolo è infatti un settore caratterizzato da grandi investimenti e da un’importante competitività nel quale il singolo agricoltore può trovare diverse difficoltà.

Per quanto riguarda la filiera delle patate, occorre considerare che sebbene la coltivazione di patate in Italia sia rilevante, questa non copre totalmente la domanda interna. Di conseguenza, vengono importate patate dall’estero che spesso hanno prezzi inferiori, poiché provenienti da Paesi più competitivi. Inoltre, il distributore finale dei prodotti ortofrutticoli oggi è rappresentato principalmente dalla Grande Distribuzione e questo porta spesso gli agricoltori ad avere scarso potere contrattuale.

Il primo tra i vantaggi di un consorzio è quindi quello di aiutare le aziende che ne fanno parte a migliorare la propria competitività, dando loro maggior potere contrattuale nella negoziazione dei prezzi e delle condizioni di vendita dei propri prodotti. Non solo: chi fa parte di un consorzio può anche acquistare materie prime e attrezzature a prezzi migliori, riducendo così i costi.

Nel settore agricolo, inoltre, si possono incontrare numerose difficoltà soprattutto se non si ha una grande esperienza o se non si può contare su grandi capitali.

I membri di un consorzio possono però contare su una rete di sostegno che condivide la propria esperienza e che può essere un aiuto concreto per tutto ciò che riguarda la gestione dell’impresa. Il consorzio può infatti fornire corsi di aggiornamento e offrire supporto tecnico ed economico. Chi fa parte di un consorzio può ad esempio avere accesso a formazione continua nel proprio settore, assistenza tecnica, consulenza fiscale, tributaria, amministrativa.

I soci di un consorzio possono anche avere la possibilità di ottenere finanziamenti e prestiti agevolati o contratti vantaggiosi per quanto riguarda l’acquisto di materiali, materie prime, macchinari e strumenti ma anche servizi assicurativi, ad esempio contro le calamità naturali che possono danneggiare le colture.

Ovviamente aderire a un consorzio ha anche alcuni svantaggi, poiché associarsi ad altri significa cedere parzialmente il proprio potere decisionale, condividendo parte delle scelte aziendali con il consorzio, ma i vantaggi sono nettamente superiori soprattutto in un settore concorrenziale e competitivo come quello agricolo.

Consorzio patate

Il caso Selenella e il Consorzio Patata Italiana di Qualità

Il Consorzio Patata Italiana di Qualità nacque nel 1990 grazie a un gruppo di produttori e commercianti del settore pataticolo che si associarono per valorizzare la qualità e l’eccellenza delle patate italiane coltivate nel territorio bolognese fin dall’800 e per garantire gli interessi della filiera pataticola. Il nome scelto inizialmente fu “Consorzio per la patata tipica di Bologna”, una realtà che includeva produttori, cooperative, realtà commerciali e addette alla distribuzione e a cui contribuì anche l’antica Università di Bologna.

Da questa esperienza nacque il progetto Selenella: grazie a un sistema di fertilizzazione via fogliare brevettato dal Consorzio, si svilupparono patate ricche di selenio altamente assimilabile.

Nel corso degli anni il Consorzio crebbe: nel 2002 nacque il Consorzio delle buone idee, che aveva il compito di coordinare la produzione e la vendita delle patate Selenella e di lavorare nella ricerca e nello sviluppo. Successivamente, il Consorzio cambiò nome in Consorzio Patata Italiana di Qualità, così da indicare in modo più chiaro e diretto il proprio scopo, quello di valorizzare l’eccellenza delle patate italiane.

Il Consorzio Selenella oggi conta dieci soci, cui fanno capo 320 produttori nel settore pataticolo che operano su tutto il territorio italiano ma concentrati soprattutto in Emilia Romagna.

La produzione del Consorzio è di 60.000 tonnellate di patate di qualità all’anno e Selenella detiene la leadership nel settore delle patate confezionate, con una quota di mercato superiore al 19%.

Dalla sua nascita a oggi il Consorzio continua a perseguire l’obiettivo di fornire patate italiane di qualità, investendo in innovazione e tutelando non solo i produttori ma anche l’ambiente. A questo scopo il Consorzio lavora a progetti per lo sviluppo del settore e per per ridurre l’impatto ambientale della coltivazione delle patate, diminuendo il consumo di energia e le emissioni ambientali.

Le patate sono una coltura a basso impatto ambientale rispetto ad altri ortaggi e alimenti perché necessita di un minor consumo di suolo in relazione alle calorie ottenute, un limitato uso di acqua e di CO2 immessa in atmosfera.

Il consumo di acqua viene ridotto anche grazie alle innovazioni che consentono di utilizzare impianti di irrigazione ad alta efficienza e di sfruttare le tecnologie dell’Agricoltura 4.0 che consentono di effettuare irrigazioni mirate.

Grazie all’agricoltura di precisione la coltivazione di ortaggi, incluse le patate, sarà sempre più sostenibile, ma il Consorzio Patata italiana di Qualità si impegna anche per garantire la sostenibilità economica della filiera, perché l’agricoltura sia anche etica.

Il Consorzio riconosce ad esempio a produttori di patate un minimo garantito perché siano tutelati dalle oscillazioni di mercato. Il lavoro del Consorzio punta quindi a un’agricoltura sostenibile delle patate sul piano ambientale, economico ed etico, così da consentire una produzione di patate di qualità che contribuiscono a un’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente e della salute dei consumatori.

Leggi anche: Agricoltura 4.0 in Italia, a che punto siamo

Icona patata cuoca

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