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Bulbi, tuberi, radici, rizomi: che differenze ci sono? - Il Blog di Selenella

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Bulbi, tuberi, radici, rizomi: che differenze ci sono?

Bulbi, tuberi, radici e rizomi sono organi sotterranei delle piante: pur avendo in comune questo aspetto, non sono tutti uguali e non hanno le stesse funzioni. Scopriamo quali differenze ci sono.

Le radici: cosa sono e come sono fatte

Le radici sono organi sotterranei delle piante che servono principalmente ad assicurare acqua e nutrienti alla pianta stessa ma che hanno anche funzioni secondarie, come quella di ancorare la pinta al terreno e quella di secernere sostanze al suo interno.

Oltre ad assorbire sostanze dal suolo, infatti, la radice può secernere molecole che servono ad esempio a evitare o favorire la germinazione di altre piante, a comunicare con altre piante o a favorire il rapporto simbiotico con alcuni microorganismi come i funghi.

Il tipo di radice più frequente è la radice a fittone, cioè una radice principale da cui si dipartono radici secondarie laterali che si ramificano in radichette. Un esempio di radice a fittone è quella della carota: la radice principale è quella che solitamente mangiamo, mentre quelle laterali vengono scartate durante le operazioni di pulizia.

Altri tipi di radici sono quelle fascicolate, cioè suddivise in fasci, tipiche delle Graminaceae e le radici avventizia che originano dal fusto o dalle foglie in modo naturale o in seguito a ferite.

La parte terminale della radice o cuffia è composta da cellule che si generano continuamente: morendo e sfaldandosi, lasciano nel terreno una sostanza mucillaginosa che facilita la penetrazione nel terreno. La cuffia consente anche alla radice di percepire la gravità grazie alla presenza di voluminosi granuli di amido che fungono da sensori, per dirigere la crescita delle radici verso il basso.

Al di sopra della cuffia, troviamo altre zone della radice chiamate zona meristematica, zona di distensione e zona pilifera o di struttura primaria. In quest’ultima zona si sviluppano i peli radicali, che servono ad aumentare la superficie di contatto con il suolo per assorbire acqua e nutrimenti.

A una certa distanza dall’apice radiale, in alcune piante si sviluppano le radici secondarie, cioè le ramificazioni della radice.

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Tuberi: cosa sono

La tuberizzazione deriva dalla modificazione del fusto, della foglia o della radice che si trasforma in tessuto di riserva. I tuberi rappresentano una riserva di nutrienti e acqua per la pianta che vengono stoccate al loro interno per essere utilizzati in primavera.

Il tubero per eccellenza è sicuramente la patata, in cui si ha tuberizzazione del fusto sotterraneo; le foglie rudimentali presenti, cadono lasciando scoperte le gemme ascellare, gli “occhi” della patata che danno modo alla pianta di riprodursi. Altri esempi di tuberi sono il ravanello, la barbabietola, la rapa, il ranuncolo, la dalia, in cui si ha tuberizzazione delle radici.

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Cosa sono i rizomi

I rizomi sono fusti tuberizzati striscianti e sotterranei che si sviluppano orizzontalmente rispetto al terreno. Come il tubero, anche il rizoma ha funzioni di riserva, cioè di conservare acqua e nutrienti durante il riposo vegetativo che verranno poi usate dalla pianta al suo risveglio.

Nel rizoma, le foglie sono ridotte a catafilli inseriti ai nodi: nella parte inferiore dei nodi si sviluppano radici avventizie e nella parte superiore si trovano le gemme da cui originano i germogli durante la ripresa vegetativa. Esempi di piante che sviluppano rizomi sono l’iris, il mughetto, lo zenzero e il topinambur.

Rizomi zenzero

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Cosa sono i bulbi

Il bulbo è un organo sotterraneo di alcuni tipi di piante ma non è una radice poiché è composto da foglie e fusti modificati.

I bulbi derivano infatti da un processo di tuberizzazione di foglie e modificazioni del fusto: è composto da un fusto molto raccorciato detto girello, che porta all’apice una gemma e alla base le radici avventizie. Ai nodi si inseriscono le foglie tuberizzate, chiamate catafilli. Esempi di piante che sviluppano bulbi sono le cipolle, l’aglio, lo scalogno, ma anche gigli e narcisi.

Tagliando una cipolla a metà nel senso della lunghezza è possibile identificare nella parte inferiore il girello che porta alla base le radici avventizie, nella parte superiore le gemme e tutto intorno i catafilli, che hanno funzione di riserva. La parte ancora più esterna è composta invece da foglie papiraceae, simili a carta, che hanno funzione protettiva.

Le piante a bulbo si sono adattate in questo modo per resistere alle rigide temperature invernali. Le piante a bulbo come le cipolle sviluppano infatti una parte aerea in primavera che perdura per tutta la bella stagione per poi seccare e morire all’arrivo dei primi freddi. Durante l’inverno, sopravvive solo il bulbo, che nella primavera successiva darà luogo a una nuova pianta.

Il bulbo ha anche funzione di riproduzione vegetativa poiché la gemma apicale si divide originando nuove piante. A questo scopo, alcune specie possono produrre anche bulbilli, cioè bulbi aerei che si sviluppano all’ascella delle foglie o delle infiorescenze, deputati a originare nuove piante.

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