Indice
- Cosa sono gli alimenti funzionali?
- Perché gli alimenti funzionali fanno bene?
- Esempi di alimenti funzionali da inserire nella dieta
- Le verdure autunnali come alimenti funzionali
- Come scegliere gli alimenti funzionali?
Cosa si intende per cibi funzionali?
Con l’espressione alimenti funzionali si indicano quegli alimenti che, oltre al normale apporto di energia sotto forma di macronutrienti, possono favorire il benessere e ridurre il rischio di alcune malattie croniche. La loro definizione nasce in Giappone negli anni ’80, quando si iniziò a studiare come il cibo potesse avere un ruolo preventivo e non solo nutrizionale. Oggi, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e altri enti scientifici riconoscono questa categoria, purché le proprietà siano supportate da studi affidabili. I cibi funzionali possono essere naturali, come frutta e verdura ricche di antiossidanti, o anche arricchiti, come nel caso del latte con vitamina D o dello yogurt con probiotici.
Perché gli alimenti funzionali fanno bene?
Consumare regolarmente cibi funzionali può aiutare a prevenire problemi intestinali, ridurre il colesterolo LDL, migliorare la flora batterica, sostenere le difese immunitarie e limitare l’infiammazione di basso grado. Ad esempio, gli alimenti ricchi di fibre migliorano la digestione e stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue; i probiotici riequilibrano il microbiota intestinale; gli antiossidanti contrastano lo stress ossidativo, mentre acidi grassi omega-3 e fitosteroli contribuiscono alla salute cardiovascolare. È importante però che questi alimenti siano inseriti in una dieta variata e bilanciata e non vengano considerati soluzioni miracolose.

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Esempi di alimenti funzionali da inserire nella dieta
Gli esempi più comuni di cibi funzionali includono yogurt e kefir con fermenti vivi, cereali integrali ricchi di fibre, legumi, frutta secca, oli vegetali di qualità come l’olio extravergine di oliva, e alimenti arricchiti come latte con vitamina D o bevande vegetali con calcio. Anche frutta e verdura fresche, in particolare quelle colorate, rientrano tra i cibi funzionali per il loro contenuto di composti bioattivi, antiossidanti e vitamine. Le patate e le carote, ad esempio, offrono fibre, carotenoidi, potassio e, nel caso delle patate e delle carote Selenella, anche selenio: si tratta di sostanze naturali che possono contribuire a regolare la pressione e a proteggere le cellule dallo stress ossidativo. Le patate, poi, come i cereali, contribuiscono alla sazietà e, se cotte in modo leggero e consumate nelle giuste porzioni e frequenze, possono aiutare a mantenere stabile il peso corporeo.
Le verdure autunnali come alimenti funzionali
In autunno la natura offre ortaggi con proprietà benefiche come zucca e carote, ricche di betacaroten per la salute della pelle e delle mucose; patate e topinambur, fonti di fibre e amido resistente per il benessere intestinale; cavoli e broccoli contengono sulforafano, un composto antiossidante e antinfiammatorio studiato per i suoi possibili effetti protettivi. Inserire queste verdure in zuppe, vellutate, piatti unici o contorni permette di sfruttarne le proprietà funzionali in modo gustoso e pratico, senza avere bisogno di fare ricorso a integratori.

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Come scegliere gli alimenti funzionali?
Per beneficiare davvero dei cibi funzionali è utile adottare alcune semplici strategie quotidiane, come ad esempio preferire prodotti freschi e di stagione, così da ottenere un alto contenuto di nutrienti e antiossidanti. Alternare verdure e cereali integrali aiuta a garantire varietà di fibre e fitocomposti. Arricchire la dieta con legumi, yogurt o kefir migliora la salute intestinale, mentre condire con olio extravergine di oliva e aggiungere alla dieta frutta secca a guscio, semi o frutti come l’avocado, assicura grassi buoni. L’importante è che i cibi funzionali vengano inseriti in uno stile di vita sano e non sostituiscano un’alimentazione equilibrata.
ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel presente articolo hanno esclusivamente scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.