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I duecento anni della patata a Bologna - Il Blog di Selenella

I duecento anni della patata a Bologna

Per Bologna il 2017 rappresenta un anno importante nel quale verrà celebrato il bicentenario di una delle produzioni più importanti per la città emiliana: la patata.

La patata bolognese, infatti, celebra i suoi primi 200 anni dall’introduzione della coltivazione nel territorio.

Questo prodotto, sebbene fosse già presente già da prima del 1817, non era coltivato a fini alimentari. Da antiche testimonianze, per l’appunto, emerge che il tubero era considerato una pianta maligna, poiché cresce sotto terra e provoca seri disagi se non viene cotto. In seguito la bellezza della pianta, e del fiore in particolare, spinse i giardinieri di tutta Europa a coltivarlo esclusivamente a fini estetici. Nel 1657, grazie a Giacinto Ambrosini, la patata cominciò ad essere studiata e coltivata a fini medicinali per poi, solo a partire dal 1700, a fini alimentari.

La svolta avvenne nel 1817, quando il cardinale di Bologna Carlo Opizzoni redasse una circolare poi inviata a tutti i parroci della zona, al fine di incoraggiare la produzione di tale tubero perché, secondo la sua opinione, questo poteva essere un’ottima soluzione per sconfiggere la fame dilagante all’epoca.

Un estratto di quella circolare recita:

…La coltivazione de’ Pomi di Terra, ossia delle Patate, ci si è offerta naturalmente al pensiero, e vedemmo subito che, ove fosse ella seguitata nel Territorio Bolognese , sarebbe questa la migliore, e fors’anco l’unica maniera per allontanare da noi il terribile flagello della carestia. […]  Pare a noi, che con questo modo potrassi agevolmente ottenere il desiderato successo, che è quello d’introdurre, il più generalmente che si può, la coltura delle Patate in questa Provincia.
Bologna li 19 Febbraio 1817

La circolare espone anche diversi motivi per cui la patata dovrebbe essere coltivata nel territorio, come ad esempio il fatto che le patate rendono fertili le terre, non richiedono eccessive attenzioni, non temono gli agenti atmosferici e si prestano ad essere coltivate insieme ad altre piante.

La produzione si è evoluta e si è radicata nel territorio, tanto che oggi la patata rappresenta una delle produzioni tipiche della zona. Basti pensare che l’Emilia Romagna (ed in particolare i territori compresi tra Bologna e Ferrara) è diventata una delle principali produttrici europee di patate.

La dimensione produttiva è decisamente rilevante. Possiamo fornire qualche dato: 5.000 ettari dedicati alla sua coltivazione nella regione (3.000 solo tra Bologna e Ferrara), 12 stabilimenti produttivi ad essa dedicata, 150mila tonnellate di patate prodotte all’anno, 40 milioni di euro di valore della produzione totale ed un indotto che genera oltre 1.000 posti di lavoro.

Come si può pensare, questo successo va ricondotto in primo luogo alla qualità del territorio e ad un’evoluzione tecnologica dei sistemi produttivi. Anche una funzionale organizzazione esistente tra produttori privati e cooperative e soprattutto un efficiente funzionamento dell’intera filiera, giocano un ruolo di primaria importanza. Esempi di questo successo sono: Patata di Bologna DOP e Selenella.

Per celebrare questo importante anniversario, tutti gli operatori aderenti a “Sistema Bologna”, rappresentati da ASSOPA per la parte agricola e da Fruitimprese per la parte commerciale, hanno decretato il 2017 come anno della patata. Verranno quindi promosse durante tutto l’anno iniziative ed eventi mirati a coinvolgere scuole, istituzioni, cittadini e autorità per festeggiare insieme questo importante compleanno. Lo scopo di questi eventi è quello di far conoscere prima di  tutto la qualità del prodotto bolognese, ma anche di rafforzare il ruolo della città nel settore, promuovendo la creazione di strutture di supporto alla produzione, come ad esempio la Borsa della patata.

Nei prossimi mesi verrà presentato un calendario ufficiale di eventi a cui tutti i cittadini saranno invitati a partecipare.

Icona patata cuoca

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