Il consumo del suolo agricolo in Italia
Cosa si intende per “consumo di suolo”? Generalmente con questa espressione intendiamo un passaggio da coperture naturali o agricole a coperture urbane che alterano tutte le caratteristiche o le funzioni iniziali dello spazio in modo permanente.
Nei secoli scorsi questa progressiva trasformazione delle superfici agricole o naturali in zone urbane è sempre stata direttamente proporzionale all’aumento della popolazione; oggi, invece, questa relazione è venuta del tutto a mancare.
Dall’inizio degli anni Cinquanta ad oggi le città europee sono cresciute enormemente (di circa il 78%), ma la popolazione è aumentata di poco meno del 33%. Va quindi da sé che i motivi che hanno favorito questa grande urbanizzazione non vanno ricercati soltanto nell’aumento demografico, ma soprattutto in una serie di fenomeni economici, politici e sociali come la scarsa regolamentazione urbanistica e l’alta redditività dell’edilizia, insieme ad aspetti socioculturali di diverso tipo.
Tuttavia, oggi, il consumo del suolo in Italia è stato capace di suscitare grande interesse per le conseguenze ambientali e sociali che ha comportato. Innanzitutto, basti pensare agli effetti causati dall’impermeabilizzazione del suolo, che interessano non solo la compromissione delle funzioni produttive del terreno e la conseguente riduzione dei prodotti agricoli, ma anche l’alterazione del paesaggio stesso, del nostro ecosistema, nonché della sfera climatica.
Suolo agricolo e urbanizzazione: la situazione in Italia
Se analizziamo la trasformazione del paesaggio italiano dal dopoguerra ad oggi, notiamo subito che i motivi di questa grande accelerazione del consumo di suolo sono da collegare a diverse spinte: la ricostruzione post-bellica, il boom demografico, la grande infrastrutturazione dell’Italia, le ondate immigratorie e la crescita costante di famiglie mononucleari. Tutti questi fenomeni insieme non possono che aver avuto un ruolo fondamentale nell’aumento della domanda di superfici da destinare a nuove abitazioni, fabbriche, autostrade, parcheggi e edifici per uso produttivo o commerciale.
Pensiamo ora anche alla motorizzazione di massa: ha posto di per sé le basi per un inedito fenomeno di dispersione insediativa, lasciando la possibilità di abitare in luoghi diversi rispetto a quelli in cui lavoriamo, andiamo a divertirci o a fare acquisti.
Allo stesso tempo, la città ha perso sempre più una vera e propria funzione abitativa, dal momento che spesso si sceglie di vivere lontano dai centri urbani, anche come esito di una spinta speculativa che gioca sul valore di suoli diversi da quelli cittadini.
E come se questo non bastasse, non solo le funzioni abitative, ma anche quelle produttive e terziarie si sono viste progressivamente espellere dai centri e dalle periferie cittadine per essere collocate in fasce sempre più esterne. In questo modo, hanno lasciato numerosi vuoti urbani e generato una nuova domanda di mobilità.
Gli effetti negativi del consumo di suolo
Il suolo svolge una complessa funzione ambientale: per questo motivo, il consumo di suolo ha almeno quattro grandi effetti negativi sulla società e sull’ambiente.
Vediamoli insieme.
Innanzitutto, determina una grossa frammentazione del paesaggio, alla quale seguono danni su piante ed animali, ma anche sui diversi ecosistemi e sull’assetto idrogeologico del nostro Paese.
In secondo luogo, provoca un vero e proprio danno ad un aspetto fondamentale della nostra cultura e società, ovvero il paesaggio inteso come percezione umana e identità culturale.
Il consumo di suolo agricolo causa, inoltre, un impoverimento della qualità sociale, poiché una forte frammentazione si riflette anche nella creazione di aree isolate ed emarginate.
Infine, determina un aumento significativo dei costi di urbanizzazione e di fornitura dei servizi.
La perdita di superfici naturali o agricole non ha soltanto evidenti effetti negativi sull’ambiente e sui diversi ecosistemi, ma determina anche una crescente frammentazione delle aree edificate. Perciò, anche se il consumo di suolo in determinati spazi non ci sembra particolarmente allarmante (poiché ridotto in termini di superficie), dobbiamo considerare comunque che questa sua configurazione frammentaria determina un danneggiamento generale della connettività ecologica e della qualità dei paesaggi e compromette le funzionalità dei suoli.
Quali sono le funzioni del suolo?
Non dobbiamo pensare al suolo come semplice superficie esteriore, ma come un complesso terreno ricco di vita, composto da elementi minerali e organici. In questa sua accezione svolge alcune funzioni fondamentali, che è importante conoscere per renderci conto in prima persona dei danni reali che un eccessivo consumo del suolo può comportare.
Vediamole subito insieme.
- La prima è la funzione produttiva primaria, legata alla produzione di biomassa vegetale e di materie prime destinate al settore agroalimentare.
- Ha poi una funzione di regolazione idrica, che si riferisce al ciclo dell’acqua e all’azione non solo depurativa, ma anche di assorbimento dell’acqua piovana, garantendo così la sicurezza idrogeologica.
- Assorbe, inoltre, le sostanze tossiche e inquinanti e regola i cicli degli elementi fondamentali per la vita (azoto, fosforo e zolfo).
- Ha anche una doppia funzione conservativa della biodiversità: intrinseca (riguardante gli organismi del suolo) e secondaria (riguardante la produttività biologica dell’ecosistema).
- Infine, ha una fondamentale funzione strategica, che si connette alla riserva delle superfici necessarie a far fronte ai bisogni delle generazioni future, assicurando la sovranità alimentare.
Patata Selenella: una coltura virtuosa e sostenibile
Quella della patata è una delle colture più virtuose in termini di sostenibilità ambientale, proprio perché può vantare un basso consumo di suolo per calorie prodotte, oltre che un limitato utilizzo delle risorse idriche e un ridotto impatto ambientale in termini di CO2 emessa nell’atmosfera.
Il Consorzio Patata italiana di qualità è convinto da sempre, infatti, che un’alta qualità dei prodotti non possa che andare di pari passo con un’agricoltura sostenibile sul piano ambientale, economico ed etico.
Con il suo progetto “Qualità e tutela del valore” Selenella garantisce una produzione di alta qualità, grazie ad un disciplinare stringente, al ricorso ai sistemi di Produzione Integrata e alle certificazioni di prodotto, tracciabilità e sostenibilità ambientale.